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[Bio] Giacomo
Baroffio insegna Storia della musica medievale e Storia delle
liturgie presso la Facoltà di Musicologia di Cremona. Dettagli
sulle attività svolte e altri contributi sono accessibili in
rete (http://musicologia.unipv.it/baroffio).
[1] Tra le monizioni si
può ricordare il solenne annuncio della Pasqua nel giorno
dell’Epifania: cfr. angelo rusconi, L’annunzio
pasquale all’Epifania nel rito di Aquileia e a San Marco,
in Psallitur per voces istas. Scritti in onore di Clemente Terni
in occasione del suo ottantesimo compleanno, a cura di
Donatella Righini, SISMEL – Ed. del Galluzzo, Tavernuzze
Impruneta, 2000, pp. 333-350; GIACOMO BAROFFIO-EUN JU KIM,
Cantemus Domino Gloriose. Introduzione al canto gregoriano,
Urban, Saronno, 2003, pp. 68 e 42. Ricco di monizioni diaconali
è il rito ispanico; cfr. MARIUS FÉROTIN, Le Liber
Ordinum en usage dans l’Eglise wisigothique et mozarabe
d’Espagne du cinquième au onzième siècle,
publié pour la première fois avec une introduction, des
notes, une étude sur neuf calendriers mozarabes etc.,
Firmin-Didot & Cie, Paris, 1904, pp. 362-68:
Appendice IV, L’annonce des solennités religieuses
dans la liturgie mozarabe. Alcuni interventi diaconali nel rito
ambrosiano sono presenti in Manuale Ambrosianum ex codice saec.
XI olim in usum canonicae Vallis Travaliae in duas partes
distinctum. Pars altera, edidit Marcus Magistretti, apud
Ulricum Hoepli Bibliopolam, Mediolani, 1904 (Monumenta Veteris
Liturgiae Ambrosianae): pp. 123-24, 135, 143, 168, 169, 189.
[2] Analogo invito è
previsto anche dopo la benedizione dell’olio: Salutate
sanctum oleum.
[3] Cfr. GIULIO
CATTIN-ANNA VILDERA con contributi di ANTONIO LOVATO-ANDREA
TILATTI, Il «Liber Ordinarius» della Chiesa
Padovana, Padova, Biblioteca Capitolare, ms. E 57, sec.
XIII, 2 voll., Istituto per la storia ecclesiastica padovana,
Padova, 2002 (Fonti e ricerche di storia ecclesiastica padovana,
27), vol. I, pp. 117-18 (cfr. Appendice A).
[4] Bobbio, Archivi
Storici Vescovili, mss. PntE e PntF (segnatura provvisioria): sec.
XV-XVI (cfr. Appendice B e C).
[5] Pontificale
Romanum. Editio Princeps (1595-1596). Edizione anastatica,
Introduzione e Appendice, a cura di Manlio Sodi-Achille M.
Triacca, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 1997,
p. 590 (Monumenta Liturgica Concilii Tridentini, 1).
[6] Cattin-Vildera,
Il «Liber Ordinarius», cit., p. 117.
[7] Bobbio, Archivi
Storici Vescovili, PntE, c. 2v.
[8] Bobbio, Archivi
Storici Vescovili, PntF, c. 10r.
[9] Two Anglo-Saxon
Pontificals (the Egbert and Sifney Sussex Pontificals), edited
by H.M.J. Banting, Henry Bradshaw Society, London, 1989, p. 152
(HBS, 104). Cfr. nell’introduzione il paragrafo The
Old Cena Domini Order for the Blessing of the Oils (pp.
XXVI-XXIX). Sul modello lateranense del sec. VII cfr.
l’ipotesi proposta da ANTOINE CHAVASSE, A Rome, le
jeudi-saint, au VIIe siècle, d’après un
vieil ordo, «Revue d’histoire
ecclésiastique», L, 1955, pp. 21-35. Nulla si dice a
proposito del saluto del crisma nel rituale del
sacramentario-pontificale Paduense (Liber Sacramentorum
Paduensis [Padova, Biblioteca Capitolare, cod. D 47]. Studia et
editonem paraverunt Alcestis Catella-Ferdinandus
Dell’Oro-Aldus Martini, adlaborante Fabritio Crivello,
CLV Edizioni Liturgiche, Roma, 2005, pp. 163-66 [Bibliotheca
«Ephemerides Liturgicae» Subsidia, 131 = Monumenta
Italiae Liturgica, 3]; cfr. commento a pp. 104-106
dell’introduzione) e degli altri principali sacramentari
antichi.
[10]
«Alleluia» nell’edizione (p. 152).
[11] MICHEL ANDRIEU,
Les Ordines Romani du haut Moyen-Age, III: Les textes
(suite) (Ordines XIV-XXXIV), Spicilegium Sacrum Lovaniense,
Louvain, 1951 (Spicilegium Sacrum Lovaniense, Etudes et Documents,
24), p. 291.
[12] ANDRIEU, Les
Ordines Romani, cit., p. 354 = OR XXVIII 23, ed. ibidem,
p. 396.
[13] ANDRIEU, Les
Ordines Romani, cit., p. 470.
[14] ANDRIEU, Les
Ordines Romani, cit., p. 495.
[15] CYRIL
VOGEL-REINHARD ELZE, Le Pontifical Romano-Germanique du
dixième siècle, II: Le Texte, Biblioteca
Apostolica Vaticana, Città del Vaticano, 1963 (Studi e Testi,
227), p. 75.
[16] MICHEL ANDRIEU,
Le Pontifical Romain au Moyen-Age. I: Le Pontifical
Romain du XIIe siècle, Biblioteca Apostolica
Vaticana, Città del Vaticano, 1938 (Studi e Testi, 86), p.
225.
[17] JOAQUIM O.
BRAGANÇA, Pontifical de Braga do seculo XII Porto, Bibl.
Mun. ms. 1134, fol. 1-42, «Didaskalia», VII, 1977, p.
380.
[18] MICHEL ANDRIEU,
Le Pontifical Romain au Moyen-Age. II: Le Pontifical de
la Curie Romaine au XIIIe siècle, Biblioteca
Apostolica Vaticana, Città del Vaticano, 1940 (Studi e Testi,
87), p. 461.
[19] Recensione del
Pontificale Torino, Bibl. Nazionale Universitaria, I.III.11, c.
96v: Tunc episcopus salutet crisma nudum, et ceteri
omnes ter dicendo: Ave sanctum crisma. et qualibet vice
altius et flexis genibus inclinando capita Et ceteri omnes
respondeant simili modo, et deosculter pontifex ampullam semel
tamen.
[20] Recensione del
Pontificale Torino, Archivio Storico Diocesano, Archivio Capitolare
5 (sec. XV), c. 191v: Post benedictionem vero istam,
omnes episcopi et presbyteri cardinales, et alii episcopi, salutent
sanctum crisma nudum, et salutando inclinent capita, dicentes:
Ave sanctum crisma, ter pro quolibet, et osculentur ampullam
semel tamen.
[21] MICHEL ANDRIEU,
Le Pontifical Romain au Moyen-Age. III: Le Pontifical de
Guillaume Durand, Biblioteca Apostolica Vaticana, Città
del Vaticano, 1940 (Studi e Testi, 88), p. 578.
[22] MARC DYKMANS,
Le cérémonial papal de la fin du Moyen Age à la
Renaissance, II: De Rome en Avignon ou le
cérémonial de Jacques Stefaneschi, Institut
historique belge de Rome, Bruxelles-Rome, 1981 (Bibliothèque
de l’Institut historique belge de Rome, 25), p. 368.
[23] MARC
DYKMANS, Le cérémonial papal de la fin du Moyen
Age à la Renaissance, IV: Le retour à Rome ou le
Cérémonial du Patriarche Pierre Ameil, Institut
historique belge de Rome, Bruxelles-Rome, 1985 (Bibliothèque
de l’Institut historique belge de Rome, 27), p. 135.
[24] ROBERT AMIET
(avec une contribution de E. LAGNIER), Le Pontifical
d’Emeric de Quart. Varia Liturgica, Musumeci,
Aoste, 1992, p. 180 (Monumenta Liturgica Ecclesiae Augustanae,
14).
[25] Pontificale
Romanum. Editio Princeps, cit., p. 590 a.
[26] Amalarii
episcopi opera liturgica omnia, edita a Ioanne Michaele
Hanssens, II. Liber Officialis, Biblioteca Apostolica
Vaticana, Città del Vaticano, 1948 (Studi e Testi, 139), pp.
75-77. Da Amalario dipendono le rubriche in alcuni pontificali
italiani che appartengono alla tradizione del pontificale
romano-germanico (ad esempio, Milano, Bibl. Ambrosiana, Z 52 Sup.,
c. 171r; Bibl. Capitolo Metropolitano, II.D.2.34, p.
142): cfr. The Cracow Pontifical (Pontificale Cracoviense
Saeculi XI) Cracow, Jagellionan Library, Ms. 2057, edited by
Zdzislaw Obertyński, The Philipp Park Press, Manchester, 1997
(HBS, 100), p. 111.
[27] Bobbio, ASV,
Processionale 1625, p. 2: «[…] Is autem ordo primum
datus est a Rmo in Christo Patre et DD. Marciano de
Derthona Dei gratia Episcopo Bobiense ac Comite dignissimo de anno
1459 […]».
[28]
Sull’antifona e il tropo cfr. ANGELO RUSCONI, «Virgo
mater ecclesiae – Virgo mater resurgentis»: nuove fonti
e alcune riflessioni su due tropi mariani, «Rivista
Internazionale di Musica Sacra», XXII, 2001, pp. 124-58.
L’esempio musicale dell’elemento tropistico è
tratto dall’Antifonario Giunta stampato a Venezia nel 1504,
cc. 319v-320r.
[29] Testo in
Analecta Hymnica 22, p. 99, n. 160. Sulla tradizione di
questo inno cfr. REMO CROSATTI, Il codice Brescia, Biblioteca
Capitolare 13, Liber Antiphonarius divinorum officiorum cum notis
musicis scriptus circa saeculum XIII. Studio
codicologico-liturgico-musicale del più antico antifonario
della cattedrale di Brescia, Turris, Cremona, 1996.
[30] Testo in
Analecta Hymnica 22, p. 99, n. 161.
[31] Una recensione
musicale bresciana del sec. XIII è stata edita da CROSATTI,
Il codice Brescia, cit..
[32] Sulla
tradizione di questi tropi cfr. RUSCONI, «Virgo mater
ecclesiae – Virgo mater resurgentis», cit., pp.
125-58. A p. 132 sono segnalate altre fonti a stampa.
[33] Lo stesso tropo
in una recensione che presenta minime varianti testuali è
edito da RUSCONI, «Virgo mater ecclesiae – Virgo
mater resurgentis», cit., pp. 147-48. Per la musica (anche
qui con alcune lievi varianti melodiche ) cfr. l’edizione da
Modena, Bibl. Estense Univ., lat. 1220 (α.O.I.5),
ibidem, pp. 156-57.
[34] L’ultimo
verso del I e II elemento tropistico (o fons indeficiens +
dulcis et reficiens) costituiscono i primi due versi del III
elemento di tropo alla Salve regina: cfr. EUN JU KIM-GIACOMO
BAROFFIO, Cantus Gregorianus, [Vox Organalis, Cremona],
2000, n. 25 (libretto + CD audio).
[35] Segue tutto
questo secondo tropo costituito dagli elementi ADB segnalati da
RUSCONI, «Virgo mater ecclesiae – Virgo mater
resurgentis», cit., p. 133 (la loro diffusione è
presentata in una tabella a p. 135).
[36] Il testo
presenta alcune varianti: cfr. l’edizione in RUSCONI,
«Virgo mater ecclesiae – Virgo mater
resurgentis», cit., p. 158.
[37] Il graduale
veneziano testimonia l’uso di ripetere tre volte il Dic
nobis Maria, un procedimento che evidenzia il carattere
dialogico della sequenza. Inoltre è presente ancora la
penultima strofa Credendum est magis.
[38] Sequenza molto
diffusa che può iniziare Aureo flore primæ matris
(Analecta Hymnica 53, p. 183).
[39] Per alcune
notizie di ordine codicologico e un primo sguardo alla bibliografia
cfr. la scheda in Collectio thesauri: dalle Marche
tesori nascosti di un collezionismo illustre, I/2, a cura di
Mauro Mei, Edifir, Firenze, 2005.
[40] Questo fatto
non deve preoccupare più di tanto. I libri liturgici con
musica non erano libri di musica in senso moderno, ma costituivano
prevalentemente un repertorio di riferimento per conoscere i brani
da cantare. Il canto avveniva però a memoria in base alla
tradizione locale di ciascuna comunità.
[41] Tutti i testi
dei canti di Nn sono reperibili e facilmente confrontabili con
altri testimoni nel repertorio informatico Corpus Antiphonarum
Italicum textus (si può ririchiede all’indirizzo
baroffio@unipv.it).
[42] Breviario con
musica di tradizione pomposiana inventariato da MARIA INCORONATA
COLANTUONO, Il breviario pomposiano ms. Udine, Bibl. Arciv.
79, tesi di diploma, Scuola di Paleografia e Filologia
musicale, Cremona, a.a. 2001-2002; edizione dei testi
dell’ufficio di sant’Apollinare alle pp. 144-48.
[43] Edito da MARIA
INCORONATA COLANTUONO, L’Officio di sant’Apollinare
nell’Antifonario secolare (XII secolo) dell’Archivio
Arcivescovile di Firenze, «Rivista Internazionale di
Musica Sacra», XXIV, 2003, pp. 5-27.
[44] Singolare e
ancora senza paralleli è la serie delle antifone delle lodi
(p. 82): Ioannes septem ecclesiis alleluia, Sanctus
Ioannes archana videre meruit, Cantabant sancti canticum
novum ante (cfr. CAO 1759), Quattuor animalia et viginti
quattuor, Vidi quattuor animalia et requiem, Iste est
Ioannes cui Christus (cfr. CAO 3423).
[45] Scheda e
fotografia sono reperibili nel sito della casa d'aste. Il codice
(141 carte con 11 linee di testo/musica per pagina) si trova ora a
Harvard, College Library, MS Lat 388, come mi ha gentilmente
comunicato Thomas F. Kelly..
[46] Scheda e
fotografia sono reperibili nel sito della casa d'aste. Il codice
presenta 12 linee di testo/musica per pagina e ha 84 carte. Il
codice attualmente è il ms. 388 della Harvard College Library
(Cambridge Mass.)
[47] Schede e
fotografie erano reperibili anche nel catalogo on-line della casa
d'aste (cfr. nr. 87, 88, 90, 92, 93, 94, 149).
[48] Coperta del
Fondo Notarile 17812.
[49] Non è
escluso che ci siano altre reliquie ambrosiane, soprattutto tra i
frammenti di lezionario.
[50] La sequenza
Alma chorus domini è diffusa in tutta l’Europa;
cfr Analecta Hymnica 53, p. 152 nr. 87. Per la diffusione in
Italia cfr. Lance Brunner, Catalogo delle sequenze in
manoscritti di origine italiana anteriori al 1200,
“Rivista italiana di musicologia” 20, 1985, 211. La
versione melodica qui pubblicata è tratta da Pistoia, Arch.
Capitolare, C 121, c. 51v.
[51] Paolo
Galimberti, “Dio te destruga e finalmente te strapa e te
disperda”. Talismani magico terapeutici medievali
milanesi, “Aevum” 77, 2003, 403-420.
[52] I titoli
cristologici della sequenza sono: 1 Messias, 2
Sother, 3 Hemmanuel, 4 Sabaoth, 5
Adonai, 6 Unigenitus, 7 Via, 8 Vita, 9
Manus, 10 Homoousion, 11 Principium, 12
Primogenitus, 13 Sapientia, 14 Virtus, 15
Alpha, 16 Caput, 17 Finis, 18 Fons, 19
Origo boni, 20 Paraclitus, 21 Mediator, 22
Agnus, 23 Ovis, 24 Vitulus, 25 Serpens,
26 Aries, 27 Leo, 28 Vermis, 29 Os, 30
Verbum, 31 Splendor, 32 Sol, 33 Gloria,
34 Lux, 35 Imago, 36 Panis, 37 Flos, 38
Vitis, 39 Mons, 40 Ianua, 41 Petra, 42
Lapis, 43 Angelus, 44 Sponsus, 45
Pastor, 46 Propheta, 47 Sacerdos, 48
Athanatos, 49 Kyrios, 50 Theos, 51
Pantocrator, 52 Yesus. Nell’amuleto edito e
riprodotto (Galimberti, Dio te destruga, 412-413: Milano,
Archivio Ospedale Maggiore, Miscellanea/Curiosità n. 35) si
trovano i seguenti titoli: 15, x, 16, 17, 1-7, x, x, 8, 9, 52, x,
12, 13, x, 18, 20-25, Avis, 27, x, 28, x, 31, 32, x, 34,
35… Una tale fitta serie di coincidenze nella disposizione
dei titoli non può essere casuale.
[53] Varese, Bibl.
Prepositurale della Basilica S. Vittore, E-I-2 (salterio innario
con calendario, Italia settentrionale sec. XV). Cfr. Nadia Carrisi,
Tre codici liturgici di Varese del XIV-XV secolo, Milano,
Università Cattolica del Sacro Cuore 2003/2004 (tesi, dattilo)
con edizione dei Nomina Domini a p. 114 (seguti dai
Nomina gloriosæ virginis Mariæ). Rispetto alla
sequenza di Pistoia, i Nomina di Varese presentano la
seguente successione: x, x, x, 50, 1, 4, 3, 5, 48, 50, x, x, x, x,
x, x, 12, 11, 17, 7, x, 8, 13, 14, 20, x, 21-24, 26, 27, 25, x, 29,
28, 30, 35, 34, 31, 36, 39, 38, 42, 41, 43, , 44, x, 47, 46, 40, x,
37, x, x, x, 52…
[54] Cfr. Simona
Gavinelli, “Antiqui libri manuscripti ad numerum quindecim
vel circa”. La biblioteca capitolare di San Vittore a
Intra, “Verbanus” 23, 2002, 254.
[55] Giacomo
Baroffio - Eun Ju Kim, Canti orientali nelle Chiese latine:
Quaresima - Tempo di Passione, “La Cartellina” 28
nr. 152, 2004, 27-42, qui pp. 33-34.
[56] Cfr. Giacomo
Baroffio, La tradizione dei tropi e delle sequenze: bilancio di
alcune esplorazioni in Italia, “Rivista internazionale di
musica sacra” 25, 2004, 11-113.
[57] Cfr. Olof
Marcusson, Prosules de la messe. 1: Tropes de
l’alleluia. Edition critique des textes, Stockholm,
Almqvist & Wiksell 1976, 82 nr. 39 (Studia Latina
Stockholmiensia 22 = Corpus Troporum 2). Alle fonti segnalate nel
CT 2, si aggiungano tre testimoni piemontesi: il nostro graduale,
il tropario Intra 5, e il frammento novalicense Torino, Archivio di
Stato, Bibl. Antica, Jb II, 11/2r.
[58] La lista di
Intra è confrontata con quella di Novara (Arch.
Storico Diocesano, G 1: sec. XIex: edizione della lista
in Giacomo Baroffio, Un antico graduale novarese,
“Bollettino storico della provincia di Novara” 57,
1967, 57-58); Borgosesia (Arch. Storico Diocesano, G 3: sec.
XIV); Orta (Orta S. Giulio, Bibl. Capitolare, 3: sec. XIV);
Vercelli (Bibl. Capitolare, CLXI: sec. XI); Ivrea
(Bibl. Capitolare, LX: sec. XI); Acqui (Bibl. Seminario, 1:
sec. XIII); Bobbio (Torino, Bibl. Naz. Univ., G.V.20: sec.
XI).
[59] Karl-Heinz
Schlager, Thematischer Katalog der ältesten
Alleluia-Melodien aus Handschriften des 10. und 11. Jahrhunderts,
ausgenommen das ambrosianische, alt-römische und alt-spanische
Repertoire, München, W. Ricke 1965 (Erlanger Arbeiten zur
Musikwissenschaft 2): nr. 77.
[60] Schlager ThK 37
(Benevento 35 e 38; Oxford Douce 222).
[61] Cfr. Gavinelli,
Antiqui libri, 256.
[62] Secondo Sylvain
Gasser, Les antiennes O, “Études
Grégoriennes” 24, 1992, 53-84.
[63] Demetrio Chieco
sta conducendo un’analisi sistematica del graduale-comes che
permetterà di conoscerne meglio la storia e le
peculiarità: dalla struttura del temporale/santorale alla
morfologia notazionale, dalle liste alleluiatiche alle sequenze,
relativamente numerose, e ai pochi tropi (prosule di tratto e di
alleluia).
[64] Sul contesto
culturale e liturgico di tale fenomeno cfr. Philippe Bernerd, Du
chant romani au chant grégorien
(IVe-XIIIe siècle), Paris, du Cerf
1996, 105-170. Cfr. inoltre Philippe Bernerd, Le cantique des
trois enfants (Dan, III, 52-90). Les répertoires
liturgiques occidentaux dans l’antiquité tardive et le
haut Moyen Age, in “Musica e Storia” 1, 1993,
231-272.
[65] Rettifica
Bonifacio Baroffio - Cristiana Antonelli, La Passione nella
liturgia della Chiesa cattolica fino all’epoca di Johann
Sebastian Bach, in Elena Povellato (ed.), Ritorno a Bach.
Dramma e ritualità delle Passioni, Venezia, Marsilio 1986,
16. Le rubriche del messale Vat. Barb. Lat, 560 (cc. 66 e 67) si
riferiscono alla prassi polivocale organale: «Lectio
Danihelis prophetae […] ignis dixerunt hic muta sonum
in cantico Benedictus es domine deus patrum […] per orbem
terrarum et incipit legere in sono priore […] hic
canere incipit clerus cum organis Tunc hi tres ex uno ore
[…] superexaltate eum in specula Et respondent omnes in
choro Amen». Cfr. anche il più antico messale Vat.
Lat. 4770, c. 109rb: «Tunc incipit canere cum
organis…». Altre fonti di area centrale e
meridionale (beneventana) sono segnalate da René-Jean Hesbert,
Le codex 10 673 de la Bibliothèque Vaticane, Tournai,
Desclée xxx 1971, 273 circa (Paléographie Musicale 14);
Thomas Forrest Kelly, The Beneventan Chant, Cambridge,
Cambridge University Press 1989, 156-160.
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