Vol 6, N° 2 (2007)

Frank Martin, o la misura della ricerca


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Philomusica on-line - N. 6 - Annata 2007

Frank Martin, o la misura della ricerca

Atti del Convegno internazionale, Università degli Studi di Pavia, Facoltà di Musicologia, Dipartimento di Scienze musicologiche e paleografico-filologiche – Cremona, Palazzo Raimondi, 21 novembre 2007.

La tavola rotonda dedicata a Frank Martin (1890-1974), autore svizzero poco studiato in Italia, prende in esame alcuni aspetti della sua produzione strumentale e vocale che si situano attorno al secondo conflitto mondiale e che coincidono con una fase di riflessione sulle sue scelte compositive. In particolare la cantata Le vin herbé (1938-1941) e la Passacaille (1944) offrono la possibilità di fare il punto su due generi, quello della musica vocale da camera e quello organistico, che sono centrali nel percorso artistico dell’autore, soprattutto nei confronti delle rispettive tradizioni. Se nella prima risulta di estremo interesse la sintesi stilistica che sostiene la scelta di musicare il roman di Joseph Bédier ispirato alla leggenda del Tristano, nella seconda si può ravvisare una pietra miliare del repertorio organistico novecentesco che, con le due strumentazioni del 1952 e del 1962, pone anche in primo piano il problema delle trascrizioni d’autore, sempre presenti in tutta l’attività di Martin. Il cruciale momento storico in cui le due composizioni appaiono vede anche la nascita della composizione per contralto e orchestra Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke che dimostra come la riflessione critica sulla dodecafonia compiuta dall’autore si rifletta in una propria, personale poetica del cromatismo.

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