La lirica di Saffo sullo sfondo delle tragedie belliche
Abstract
Durante gli anni del fascismo, la cultura classica (specie quella latina) fu una componente essenziale dell’ideologia dominante. In campo musicale, l’influenza della classicità si avvertì sia nella scelta dei testi per le liriche da camera o nei soggetti per le opere, sia nella rivalutazione di tradizioni musicali italiane antiche. Nei primi anni ‘40, invece, l’esplicito riferimento alla cultura classica (in questo caso greca) in Due liriche di Saffo, per voce e piano, di Goffredo Petrassi (1941) e in Cinque frammenti di Saffo, per voce e orchestra da camera, di Luigi Dallapiccola (1942) ebbe effetti completamente differenti. Queste composizioni, che mettevano in musica le traduzioni in italiano di alcuni testi poetici greci da parte di Salvatore Quasimodo, lungi dall’introdurre elementi arcaizzanti e toni enfatici nella scrittura, esprimevano un’atmosfera rarefatta e affascinante, divenendo un banco di prova per audaci esperimenti compositivi. Stabilendo il contesto storico, vagliando la documentazione di Petrassi e Dallapiccola e analizzando i testi poetici e alcuni passaggi significativi delle loro liriche, questo lavoro tenta di riconoscere e interpretare la nuova ed intensa relazione che i due giovani compositori stabilirono con la cultura classica, sullo sfondo delle tragedie belliche.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.7.390
Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia | Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press
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