Tra incantamento e phobos. Alcuni esempi sugli effetti dell’aulos nei dialoghi di Platone e nella catarsi tragica
Abstract
Il potere dell’aulos e i suoi effetti sull’animo erano così emblematici per i Greci da far loro trasformare lo strumento e le sue sonorità in una metafora di persuasione, come si riscontra in alcuni dialoghi di Platone. Da un altro punto di vista, però, l’aulos fu anche uno strumento 'perturbante', come appare ad esempio in tragedia. In tale contesto esso sembra operare sulle paure (phobos) e le insicurezze dei personaggi tragici, e talora addirittura condurre agli sviluppi conclusivi della performance teatrale. Per quel che riguarda invece l’uditorio in teatro, l’aulos può aver giocato un ruolo nello sviluppo della catarsi, in quanto gli spettatori potevano essere in grado di collegare i suoni da esso prodotti con le proprie esperienze di vita quotidiana, specie quelle dei riti catartici dionisiaci. Per mezzo della catarsi e grazie alle sue implicazioni etiche, la tragedia – in virtù del suo contesto e del suo ruolo interamente pubblici – pare quindi aver avuto un effetto più significativamente 'politico' sulle ansietà del vastissimo uditorio teatrale.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.7.387
Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia | Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press
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