BAROFFIO, Frammenti di ricerca III :: Philomusica on-line :: Rivista di musicologia dell'Università di Pavia

 

Contributo di Giacomo Baroffio

 

Frammenti di ricerca III (20–22)*

 

 

20) Tracce di caudae in Piemonte

21) Nuove testimonianze di notazione ravennate

22) Psalterium abbreviatum in canto

 

 

20) TRACCE DI CAUDE IN PIEMONTE

 

L’esame di alcuni graduali piemontesi ha permesso di rilevare la presenza di caudae melismatiche inserite alla fine di alcuni incisi dell’introito Ad te levavi della I domenica d’avvento. Il caso più ricco è offerto dal graduale LX della Biblioteca Capitolare di Ivrea. In esso quattro volte si trova la medesima cauda riprodotta negli esempi 1-4. L’entità melodica potrà forse essere ricuperata grazie ad eventuali paralleli. Il fenomeno non è circoscritto a Ivrea, ma ha lasciato tracce anche nel novarese. Qui due graduali presentano ciascuno una sola cauda, diversa da quella eporediese.

 

Esempio 1

Esempio 1. Ivrea, Bibl. Capitolare, LX

Esempio 2

Esempio 2. Ivrea, Bibl. Capitolare, LX

Esempio 3

Esempio 3. Ivrea, Bibl. Capitolare, LX

Esempio 4

Esempio 4. Ivrea, Bibl. Capitolare, LX

Esempio 5

Esempio 5. Novara, Arch. Storico Diocesano, G3

Esempio 6

Esempio 6. Intra, Bibl. Capitolare S. Vittore, Graduale locale

 

Il fenomeno delle caudae può essere considerato sotto varie prospettive che non sempre possono essere individuate con certezza. Le caudae possono costituire, infatti, una modalità particolare di tropatura; ma possono anche riflettere un’arcaica tecnica compositiva che affiora anche in brani recenziori, forse sotto l’impulso della produzione tropistica. Alcuni esempi: l’offertorio pasquale Angelus Domini nella recensione romana;[1] l’offerenda ambrosiana Ubi sunt nunc dii eorum;[2] l’antifona Salve regina nella forma ‘solenne’… Un’altra possibilità di significato: le caudae quale reliquia di esecuzioni nelle quali il cantore aveva libertà di abbellire. Un fenomeno del genere si riscontra in particolare nei canti della liturgia delle ore, forse con maggior frequenza nel santorale. Indicativa al riguardo è la trasmissione di un’antifona della liturgia di san Benedetto:[3]

 

Sp

G

c

hc

a

GF

G

a

Ga

Sp Prae di cta nu trix il li us

Rv

         

Ga*

 

G

Bn

c

 

c

d

cha

 

ah

G haG

Pa

c

             

Sp

c

c

c

cd

c

c

c

c

c

ha

hc

aG

G

Sp prae sta ri si bi ca pi ste ri um      

Rv

                 

h*

 

a

 

Bn

 

d

 

d

 

ch

a

hc

h

a

hch

a

 

Pa

               

ch

aG

ah

   

Sp

F

a

c

h

G

h

a

Sp ad pur gan dum tri ti cum

Rv

     

h*

     

Bn

F*

a*

 

cha

 

ahG

G

Pa

         

Ga

G

Sp

G

Ga

FD

E

F

Ga

a

G

FG

G

Sp quod ca su ac ci den te fra ctum est

Rv

         

Ga*

 

G*

   

Bn

 

GaGa

FG FED

G

 

G*

ahc

ch

aG

 

Bn

quo

                 

Pa

               

G

 

Sp

G

a

cd

chc dc

c

c

cd

ch

cdc

Sp a vi ci nis mu li e ri bus

Rv

     

c

   

d

   

Bn

F

G

Gchacd

c

   

de

cha

 

Pa

F

   

ch cd dc

       

cd dc

Sp

c

c

h

c

a

G

 
Sp             xxxxxxxxxxxxxx

Rv

           

euouae

Bn

   

a

 

d

c

e------e

Pa

   

a

     

Domine in virtute

Ricordo infine un canto che rientra in questa problematica: Responsum accepit Simeon nel graduale di Balerna è considerato un’antifona,[4] nel graduale di Intra un tropo. Il lungo testo si trova quale exordium e intercalatio nel graduale marciano di Berlino.[5] A Como si articola in sei segmenti, ciascuno dei quali si conclude con una cauda che ha sempre un identico motivo musicale.[6]

 

21) NUOVE TESTIMONIANZE RAVENNATE

 

Un criterio per individuare il centro di diffusione di una grafia musicale è il rilevamento della concentrazione di testimoni in un determinato luogo in una percentuale notevolmente maggiore rispetto ad altre situazioni. Così è, ad esempio, per le notazioni beneventana in area beneventana e cassinese, bolognese in territorio emiliano-romagnolo, comasca in zona lariana, milanese nel capoluogo lombardo. Tale criterio m’ha indotto anni or sono a ipotizzare l’esistenza di una morfologia specifica che interessa la zona di Ravenna e l’ampio territorio che sul piano ecclesiastico dipendeva da quella metropoli. Ulteriori conferme vengono ora dagli esempi che segnalo.

a) RAVENNA, Archivio Arcivescovile

Durante una visita all’Archivio Arcivescovile di Ravenna nel giugno 2007, con la solita benevolenza e liberalità Mons. Giovanni Montanari m’ha mostrato un volume amministrativo (S. Michele, Censi, 1538). Sui due contropiatti sono ancora incollate due carte di un antifonario del XII secolo. Nel caso dei responsori de Iudith si può osservare la coincidenza con la serie gallica di Compiègne e Durham (CAO formulario nr. 134 CG).

<RESPONSORIA DE LIBRO IUDITH…

RSP Benedixit te dominus in virtute tua qui per te ad nihilum redegit inimicos nostros ut non deficiat laus tua de ore hominum [CAO 6253 … + Fonte Avellana Nn (= FaNn):263] VRS Benedictus dominus qui fecit caelum > et terram quia hodie nomen tuum magnificavit. Ut [6253 vrsa … FaNn:263]

RSP Nos alium deum nescimus praeter dominum in quo speramus Qui non despiciet nos nec amovet salutem suam a genere nostro [CAO 7237] VRS Indulgentiam illius fusit lacrimis postulemus et humiliemus illi animas nostras. Qui [CAO 7237 vrsa cfr. FaNn:264 VcC.CCXXXII:49v]

RSP Dominator dominus caelorum et terrae creator aquarum rex universae creaturae tuae Exaudi orationem servorum tuorum [CAO 6488] VRS Tu domine cui humilium semper et mansuetorum placuit deprecatio. Exaudi [CAO 6488 vrsa]

RSP Domine deus qui conteres bella ab initio eleva brachium tuum super gentes quae cogitant servis tuis mala Et dextera tua < glorificetur in nobis > [CAO 6492]

 

<RESPONSORIA DE LIBRO MACHABEORUM…

RSP Exaudiat dominus orationes vestras et reconcilietur vobis nec vos deserat in tempore malo dominus deus noster [CAO 6687: recensione dei mss G2BVRS + FaNn:274] VRS Det vobis cor omnibus ut colatis eum et> faciatis eius voluntatem. Dominus [6687 vrsb E + FaNn:275]

RSP Congregati sunt inimici nostri[s] et gloriantur in virtute sua contere fortitudinem illorum domine et disperge illos Ut cognoscant quia non est aliud qui pugnet pro nobis nisi tu deus noster [CAO 6326 cfr. FaNn:275] VRS Disperge illos in virtute tua et destrue eos protector noster domine. Ut [CAO 6326 cfr. CBDF]

RSP Impetum inimicorum ne timueritis memores estote quomodo salvi facti sunt patres nostri Et nunc clamemus in caelum et miserebitur nostri deus noster [CAO 6886] VRS Mementote mirabilium eius quae fecit pharaoni et exercitui eius in mari rubro. Et [CAO 6886]

RSP Congregatae sunt gentes in multitudine ut dimicent contra nos et <ignoramus quid agere debeamus domine deus ad te sunt oculi nostri ne pereamus > [CAO 6324]

 

b) RIMINI, Biblioteca Gambalunghiana

Nella raccolta di frammenti ho notato alcune testimonianze di notazione ravennate.

 

b1)

Membra disiecta 1: pezzo assai lacerato di antifonario monastico, sec. XII2. Di grande interesse perché contiene parte della liturgia di s. Vitale:

 

<S. VITALIS … IN I NOCTURNO … ANT> agens penitentiam quod ex<…> xp<…>rium alleluia PSL Cum invocarem Seuouae ANT <…> domini misericordiam ut rediret ad palmam martyris <…> geminam pretiosam alleluia PSL Verba Seuouae <ANT …>mine sanctum Vitalem martyrem tu<um> gloria et ho<…>ia PSL Domine dominus Seuouae ANT Dominus in te <…> dominus in sanc<…>

<RSP … VRS … > Qui legem IN II NC <ANT> Beatus inquit Vitalis in < … >sularis dominatur stulticia ut potes temetipsum decip< … > … periculo deceptionis liberare s< … > alleluia PSL Domine quis habitabit ANT Tribuisti domine adletae tuo Vitali desiderium < … > alleluia PSL Domine in virtute ANT Sanctus < … > Vitalis per coronam testimonii hodierna < … >ini alleluia PSL Domini est terra ANT < … >

 

b2)

 

Membra disiecta 29: parte inferiore di una carta assai deteriorata, in parte illeggibile, di un antifonario, sec. XII1 con testi dell’Ascensione:

 

<IN ASCENSIONE DOMINI … In III nocturno … Ant …> excelsis alleluia PSL Dominus regnavit <…> Seuouae <…> PSL Benedic anima mea Seuoua VSC N<…> RSP Ponis nubem ascensum <tuum> domine qui ambulas super pen nas ventorum alleluia [CAO 7392] VRS Confessionem et decorem induisti amictus lumen sicut vestimentum. Qui ambulat [CAO 7392 vrsb = L + FaNn:98 con repetenda Alleluia] RSP Si enim non abiero paraclitus non veniet ad vos si autem abiero mittam eum ad vos <cum autem venerit ille docebit vos omnem veritatem alleluia> [CAO 7651 = GEFS]

… IN MAT LAUDIBUS ANT Viri Galilaei quid aspicitis in caelum hic Iesus qui as<sumptus est a vobis in caelum sic veniet alleluia> [ CAO 5458] <PSL … Seuouae> ANT C<umque intuerentur in> caelum euntem illum <dixerunt alleluia> [CAO 2063] <PSL …> Seuouae ANT Elevatis manibus ferebatur in caelum <et benedixit eis alleluia> [CAO 2635] <…>

 

c) PARMA, Biblioteca Palatina, Parm. 2144

 

Non è raro trovare anche in altre zone dell’Italia settentrionale testimonianze della notazione ravennate. Si tratta, tuttavia, di reliquie sopravvissute nella confezione o restauro di altri libri. Tipico è il caso del ms 2144 del fondo Parmense della Biblioteca Palatina, pezzo che ho conosciuto grazie alla cortese segnalazione della Dott. Silvia Scipioni. Il codice è di formato piccolo (mm 200 x 132) e conserva tre membra disiecta di un primitivo antifonario del sec. XII, pezzi di carte utilizzate come contropiatti anteriore e posteriore e carta di guardia anteriore. L’edizione del testo permette di conoscere un altro testimone d’antifonario italiano con alcune peculiarità.

 

contropiatto posteriore

 

<SABBATO ANTE DOMINICAM II QUADRAGESIMAE … ANT Visionem qu>am vidistis nemini dixeritis donec a mortuis resurgat filius hominis [CAO 5465 euouae [senza musica]

<ANT> Nemini dixeritis visionem donec filius hominis a mortuis resurgat [CAO 3869] euouae (a a G F a GFED)

RSP Ecce hodor [CAO 6601 con neum] VRS Angelis suis [- CAO senza neumi]

<ANT D>omine bonum est nos hic esse si vis faciamus hic tria tabernacula <tibi unum Moysi unum et Eliae unum> [CAO 2327]

 

contropiatto anteriore

 

<DOMINICA III DE QUADRAGESIMA … IN III NOCTURNO RSP Iste est> frater vester minimus <de quo dixeratis mihi de>us misereatur tibi fili <mi festinavitque in domum> et ploravit quia <erumpebant lacrymae et no>n poterat se conti<nere> [CAO 6999]

<VRS At>tollens aute<m Ioseph oculos vidit> Beniamin <stantem comm>ota su<nt omnia viscera eiu>s super <fratre suo. Festina[CAO vrsa 6999]

RSP Lamentabatur Iacob <de duobus> filiis suis heu me dolens sum de Io<seph perdit>o et tristor [= CAO L] nimis de Beniamin ducto <pro alimoniis> precor caelestem regem ut me dolen<tem nimium faciat eos cernere> [CAO 7071 EMVL]

 

carta di guardia anteriore recto

 

<DOMINICA IV POST PASCHA … Ant Vado ad eum qui misit me et nemo ex vobis> interrogat me quo vadis alleluia alleluia [CAO 5305 + ArA.93 FaNn:63 ToA.OSB:10r ] euouae (a a G F GF Ga)

R Deus canticum novum cantabo tibi alleluia alleluia In psalterio

AD III R Hymnum cantate nobis … AD VI R In ecclesiis benedicite … AD IX R In resurrectione Christe …

AD VESPERAS ANT Vado ad eum qui me misit sed quia haec locutus sum vobis tristitia implevit cor vestrum alleluia [CAO 5306] euouae ( F F F F CD D)

ANT Tristitia vestra alleluia vertetur in gaudium alleluia [CAO 5190]

ANT Tristitia implevit cor vestrum alleluia sed tristitia vestra vertetur in g<audium et gaudium vestrum nemo tollet a vobis alleluia alleluia> [CAO 5188: HR; altri testimoni in CANTUS]

 

carta di guardia anteriore verso

 

<ANT Cum autem venerit ille spi>ritus veritatis docebit vos omnem veritatem et quae ventura sunt annunciabis [CAO annuntiabit] vobis alleluia [CAO 1990 docebit omesso] euouae (d d e d c ha)

ANT Ille me clarificabit quia de meo accipiet et annuntiabit vobis alleluia [CAO 3172] euouae (a a G F Ga GGF)

ANT Omne datum optimum et omne donum perfectum desursum est descendens a patre luminum alleluia [CAO 4114 CEL; altri testimoni in CANTUS] euouae (c c h c a GaG)

DOMINICA V <POST PASCHA> ANT Usque modo non petistis quicquam in nomine meo petite et accipietis alleluia [CAO 5284; le parole in corsivo attestate solo in PrP.Parm.2144] euouae ( F F F F CD D)

ANT Petite et accipietis ut gaudium <vestrum plenum sit ipse enim pater amat vos quia vos me amastis et credidistis alleluia> [CAO 4279]

 

22) PSALTERIUM ABBREVIATUM IN CANTO

 

Di probabile origine insulare, il salterio abbreviato compare nella storia della spiritualità cristiana durante il medioevo.[7] Semplificando un po’ le cose, si tratta di un estratto da ogni salmo, una specie di condensato che permette di pregare gli inni davidici anche quando si è impossibilitati di cantare/recitare l’intero salterio. Il fenomeno esprime l’anelito di vivere – costantemente e anche in situazioni precarie – sotto la guida di quella Parola che è riconosciuta quale lampada sul cammino quotidiano.[8]

All’interno di questo impegno radicato nella ruminazione dei salmi, si comprende una particolare evoluzione del salterio abbreviato. Un estratto da uno o più salmi si ritrova, infatti, nei testi di antifone relative ai salmi stessi. Alcuni esempi:

 

1)

Nel breviario di San Michele della Chiusa in Val di Susa,[9] la prima antifona del primo notturno del mattutino Beatus vir non abiit (vol. II, c. 247ra) accompagna il salmo 1. Il testo (8pp + 8pp + 8pp + 8pp; rima ABAB) parafrasa il testo biblico, così come faranno le successive antifone salmiche.[10] Gran parte della melodia del I verso è ripresa nella sezione iniziale del IV verso; la formula su consilio (II verso) che si ritrova su dei coluit (III verso). Questo intreccio di incisi melodici fa pensare al chiasmo. L’antifona si muove nel modo di re (protus autentico/I modo) e inizia la progressione modale dei brani, la costruzione cioè di una liturgia in cui i canti delle singole tipologie sono composti seguendo rigorosamente la successione dei modi (I antifona o responsorio in I modo, II in II modo, III in III modo…).

 

Salmo 1 Antifona
1 Beatus vir qui non abiit Beatus vir non abiit
in consilio impiorum (…) in malorum consilio
2 sed in lege Domini voluntas eius sed legem Dei coluit
et in lege eius meditabitur die ac nocte illius meditatio

Esempio 7

2)

Alcune antifone della Reconditio Sanctorum di Tortona s’ispirano al testo dei salmi. È il caso, ad esempio, della I antifona del I notturno che è collegata di nuovo con il salmo 1 (7pp + 6+1 p + 8pp + 6p; rima ABAB):[11]

 

Salmo 1 Antifona
1 Beatus vir (…)
3b fructum suum dabit in tempore suo Fructum temporaneum ferunt hii beati
3a et erit tamquam lignum quod
plantatum est secus decursus aquarum velut secus alveum fluminis plantati

3)

Esistono anche elaborazioni complesse che raccolgono spunti da più testi salmici. L’antifona fa parte di un gruppo omogeneo di brani in prosa, a proposito dei quali è stata ipotizzata un’origine italiana.[12] Essa è collegata con i primi salmi della preghiera notturna (salmi da 1 a 6) e s’ispira al testo biblico ricapitolandolo liberamente:[13]

Salmi Antifona
1,1a Beatus vir qui non abiit in consilio impiorum Beati qui
1,2a et in lege eius meditabitur die ac nocte in lege tua iugiter meditantur domine
2,13b beati omnes qui confidunt in eo beati qui in te confidentes
2:11a servite Domino in timore tibi serviunt in timore
3,5b exaudivit me de monte sancto suo de monte sancto tuo
6,2a Domine ne in furore tuo arguas me nos clemens exaudi nec nos arguas in die furoris tui

Esempio 8

 

Torna all'inizio della pagina

________________________________

[Bio] Giacomo Baroffio insegna Storia della musica medievale e Storia delle liturgie presso la Facoltà di Musicologia di Cremona. Dettagli sulle attività svolte e altri contributi sono accessibili in rete (http://musicologia.unipv.it/baroffio). E-mail baroffio@unipv.it

* La prima e la seconda serie di Frammenti di ricerche sono apparse rispettivamente in «Philomusica», IV, 2004-2005, e V, 2005–2006.

[1] Analisi strutturale in GIACOMO BAROFFIO – EUN JU KIM, Cantemus Domino Gloriose. Introduzione al canto gregoriano, Cremona, MusicusKantor, 2003, p. 46.

[2] Analisi strutturale in BAROFFIO – KIM, Cantemus Domino, cit., p. 41.

[3] Sp = Spoleto, Pinacoteca Comunale, Antifonario 1, 144r (S. Eutizio, s. XIV); Rv = Roma, Biblioteca Vallicelliana, C 13, 269vb (Breviario, S. Eutizio, s. XII in); Bn = Benevento, Biblioteca Capitolare, 21, 93v (Antifonario, Benevento, sec. XII-XIII); Pa = Paris, Bibliothèque Nationale de France, nouv. acq. lat. 1412, 37v (Antifonario cistercense, Morimondo, sec. XII ex).

[4] VERCELLI, Biblioteca Capitolare, CLXXXVI, c. 36rv con melodia simile a quella di Intra 10 e con la medesima articolazione delle frasi testuali/musicali.

[5] BERLIN, Staatsbibliothek, Mus. 40608, c. 45v. Edizione in GIULIO CATTIN, Musica e liturgia a San Marco. Addenda e corrigenda, 4 voll., Venezia, Edizioni Fondazione Levi, 1992, vol. 3, p. 31; CTr 9, 87 nr. 31b. La melodia di Como è simile a quella di Venezia dove però l’impianto melodico è scritto una quinta più in alto a partire da Et cum inducerent. A Monza (Biblioteca Capitolare, K 11, c. 99r) questo stesso brano è indicato quale canto Ante ianuas ecclesiæ. La melodia presenta molti punti di contatto con quella di Intra con un leggero ampliamento del melisma che conclude ogni sezione senza però riprendere la sillaba finale. Inoltre c’è un’articolazione in più: Accepit eum in ulnas suas - Et benedixit deum et dixit. Questa stessa articolazione in 7 elementi si trova anche a Brescia (Bologna, Biblioteca Universitaria, 2748, p. 8). Ad Arezzo (ms Toledo, Biblioteca Capitolare, 52.11, c. 355v) nel secolo XIII lo stesso brano, in una redazione testuale differente, è introdotto dalla rubrica: «Cum autem perventum fuerit ante atrium ecclesiae ante fores cantetur istae laudes Responsum accepit Simeon». Questo canto però non precede l’introito, bensì il responsorio Obtulerunt pro eo.

[6] Edizione della musica in GIACOMO BAROFFIO, Tropi e sequenze in Italia; nuove testimonianze, «Musica e Storia», XI/3, 2003, pp. 445-464: 463. Un melisma che alla fine di una frase musicale riprende le note dei passaggi precedenti con testo non è raro nel repertorio dei tropi dei responsori; cfr., ad esempio, il responsorio mariano O Maria clausa porta con tropo Stella maris o Maria (forma aa bb cc) in Gorizia, Biblioteca del Seminario Teologico Centrale, L, 14v (sec. XIV).

[7] Cfr. PIERRE SALMON, Psautiers abrégés du Moyen Âge, in Analecta liturgica. Extraits des manuscrits liturgiques de la Bibliothèque Vaticane. Contribution à l’histoire de la prière chrétienne, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1974, pp. 67-119 (Studi e Testi, 273).

[8] Il fenomeno non è circoscritto al cristianesimo e al medioevo. Cfr. una testimonianza ebraica contemporanea in ALDO SONNINO, Incontrando re David, prefazione di Eldad Avraham ben Eliau, Firenze, Giuntina, 1997.

[9] Sant’Ambrogio (TO), Archivio Parrocchiale S. Giovanni Vincenzo, breviario s.s. Sul breviario ed i suoi contenuti liturgici cfr. GIAN MARIO PASQUINO, Il breviario di S. Michele della Chiusa (sec. XIV) e la storia del libro per la preghiera canonica, in Vita monastica e musica gregoriana. Atti del convegno (Torino, 3-13 ottobre 1984), Roma, Benedictina Editrice, 1986, pp. 53-74 (Serie monografica di «Benedictina». Sezione monastica, 4). CLAUDIO BLANDINO AVANZI – GIORGIO NERVO, Un calendario liturgico clusino del XIV secolo, in Il Millennio Composito di San Michele della Chiusa. Documenti e studi interdisciplinari per la conoscenza della vita monastica clusina, a cura di Italo Ruffino e Maria L. Reviglio della Veneria, 5 voll., Borgone Susa, Melli, 1995, vol. I, pp. 70-86 (si tratta in realtà dell’edizione commentata del santorale del breviario. Inserire a c. 48ra s. Proiectus; a c. 90va s. Vitalis e s. Valdeburgis. Il 10 febbraio i santi sono Zoticus e Soteris). FERDINANDO DELL’ORO, Un calendario liturgico del XV secolo proveniente da San Michele della Chiusa, in Il Millennio Composito, cit., vol. III, 2000, pp. 137-195 (studio ed edizione del calendario in Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, E.VI.39). IDEM, Il «Breviairo-messale votivo» di San Michele della Chiusa, in Il Millennio Composito, cit., vol. II, 1998, pp. 83-147 (edizione dell’Ordo Missae e di alcune messe votive). GIORGIO NERVO, La liturgia del Corpus Domini nel breviario di Sant’Ambrogio, in Il Millennio Composito, cit., vol. V, 2003, pp. 87-226 (studio ed edizione del testo del breviario clusino; in appendice ristampa della liturgia dei mss Paris, Bibliothèque Nationale de France, lat. 755; Praha, Strahow; l’ufficio attribuito a s. Tommaso; l’ufficio di Liegi). BONIFACIO GIACOMO BAROFFIO, Il breviario di San Michele: prime osservazioni sulla tradizione musicale, in Il Millennio Composito, vol. I, 1995, pp. 87-99 + esempi musicali f.t. (con tabelle relative ai responsori dell’avvento, i versetti antifonici del 25 gennaio, ed alcuni esempi musicali: canto della Sibilla, la Genealogia di Matteo, tre antifone e un responsorio tropato dall’ufficio di san Nicola).

[10] La parafrasi del testo salmico nelle antifone ad esso collegate si ritrova anche in altre liturgie, ad esempio, per stare in Piemonte, nell’antifonario d’Ivrea e nell’ufficio ritmico della Reconditio sanctorum a Tortona. Lo stesso fenomeno è presente nello psalmista (come a Mantova, Salterio di S. Tommaso) e in altre liturgie di santi, come nell’ufficio ritmico di sant’Antonio da Padova. Gli uffici ritmici sono una miniera in cui si trovano molte composizioni che s’ispirano al salterio. Cfr., ad esempio, l’intero ufficio di s. Eleario (AH 13, 119 nr 44); le antifone delle lodi nelle liturgie dei santi Acazio (AH 5, 92 nr 28), Agostino (AH 13, 58 nr 18), Anna (AH 5, 110 nr 34 in apparato), Bernardo (AH 13, 63 nr 20), Bertrando (AH 13, 71 nr 24), Bonito (AH 13, 82 nr 28), del Corpus Christi (AH 5, 21 nr. 1; AH 5, 24 nr. 2), della s. Lancia (AH 5, 36 nr. 7), della Presentazione BVM (AH 5, 69 nr 19).

[11] La melodia è pubblicata da GIACOMO BAROFFIO – EUN JU KIM, Reconditio Sanctorum: un inedito ufficio ritmico italiano (Tortona, Biblioteca Capitolare, B. 178r), in Studies in medieval Chant and Liturgy in Honour of David Hiley, ed. by Terence Bailey and László Dobszay, Budapest-Ottawa, Institute for Musicology-The Institute of Mediaeval Music, 2007, pp. 29-43: 36 (Musicological Studies, 87)..

[12] JANKA SZENDREI, Il canto gregoriano tra Italia e Ungheria: un primo sondaggio, in Antiqua habita consuetudine. Contributi per una storia della musica liturgica del Patriarcato di Aquileia, a cura di Lucio Cristante, Atti del colloquio internazionale (Portogruaro, 20 ottobre 2001), Trieste, Edizioni Università di Trieste, 2004, pp. 113-126: 119: «La provenienza italiana di questa serie venne provata da László Dobszay».

[13] CAO 1591: unico manoscritto l’antifonario di Ivrea. In Italia l’antifona si trova anche a BRESCIA, Biblioteca Capitolare, 13, 75r (senza notazione); CIVIDALE, Museo Archivio Nazionale, XLVII, 110r; FIRENZE, Curia vescovile (Arcivescovado), s.s., 239v; MANTOVA, Archivio Storico Diocesano, ‘Salterio di S. Tommaso’, 13r (fonte da cui è stato tratto l’esempio musicale); TORINO, Biblioteca Nazionale Universitaria, F.II.20r.

 

Torna all'inizio della pagina

 

 Copyright 2008 © Università degli Studi di Pavia
 Dipartimento di Scienze musicologiche e paleografico-filologicheFacoltà di Musicologia


Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press

Privacy e cookies