Spontaneità organizzata ad ‘arte’. Il metodo compositivo di John Lewis

Roberta Baldizzone - Università degli Studi di Pavia

Abstract


Compositore e pianista del Modern Jazz Quartet, John Lewis ha realizzato una personale sintesi tra culture musicali differenti, regolando nella sua opera quei tratti specifici appartenenti a due tradizioni culturali: una di tipo scritto e una di tipo orale. Rivolgendosi a modelli compositivi legati alla musica colta europea ha introdotto alcuni degli elementi distintivi della cultura musicale afroamericana all’interno di strutture compositive originali attraverso un metodo di scrittura che lega indissolubilmente la figura del compositore a quella dell’esecutore. Processi di connessione motivica, trattamento del materiale armonico e impianti formali di derivazione europea vengono combinati alla pratica improvvisativa e in essa assorbiti in modo da dissimulare completamente i punti di congiunzione tra composizione ‘preordinata’ e ‘istantanea’. Attraverso l’analisi di brani particolarmente rappresentativi del suo metodo compositivo, il presente saggio illustra il modo in cui Lewis ha organizzato tali fattori mantenendo come elemento imprescindibile il peculiare processo di apprendimento di ogni singolo componente del quartetto.

Keyword


John Lewis; Modern Jazz Quartet; musica afroamericana; composizione; improvvisazione

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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.6.122

Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press

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