Liturgia e polifonia all’inizio del Trecento: appunti sulla genesi, trasmissione e ricezione della constitutio Docta sanctorum di papa Giovanni XXII
Abstract
La constitutio papale Docta sanctorum dell’inizio del Trecento sembra ancora resistere, nonostante la sua notorietà in ambito musicologico, ad una interpretazione definitiva e chiarificatrice. L’analisi del testo dimostra come essa potesse servire a vietare qualunque forma di polifonia e di innovazione musicale nel servizio liturgico, fatta eccezione per una polifonia semplice, in moto parallelo, basata su un canto liturgico. Il documento non può dunque essere interpretato come una mera condanna della cosiddetta ars nova. Inoltre è molto probabile che la Docta non fosse universalmente presa in considerazione e rispettata nei secoli XIV e XV, ma sia diventata un punto di riferimento solo dopo la sua inclusione nel Corpus iuris canonici (1509). Si conclude, quindi, che l’importanza della Docta consiste soprattutto nella sua ricezione posteriore e nel fatto che sia una testimonianza singolare, in ragione di alcuni fatti poco noti, della storia della musica del primo Trecento.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.9.612
Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia | Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press
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