La ricezione di Dante a Firenze nella polifonia profana del secondo Trecento*
Abstract
Nel presente contributo si prendono in esame le modalità di riuso di materiale dantesco nella polifonia profana del Trecento, focalizzando l’attenzione su alcuni esempi che mostrano come la presenza di Dante nel repertorio arsnovistico fiorentino sia mediata non solo dall’opera di Francesco Petrarca ma anche dalla figura di Giovanni Boccaccio. Rispetto al più comune quadro delineato fino a oggi, in cui la memoria dantesca è quasi obliterata dalla presenza di Petrarca, si mostra come Boccaccio rimatore funga da mediatore nella lettura dantesca riscontrabile nei testi intonati dai polifonisti attivi nella Firenze del Trecento.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.13132/1826-9001/22.2262
Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia | Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press
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