Gregoriano e lauda: alcune annotazioni sull’esperienza musicale liturgica e devozionale dei cattolici al tempo di Dante
Abstract
Il contributo intende indagare la prassi liturgica e la devozione dei laici cattolici al tempo di Dante. La conoscenza profonda che Dante dimostra di inni, salmi e sequenze in latino, gli derivano con ogni probabilità dalla frequentazione di una scuola di grammatica, forse presso i Francescani fiorentini. La scuola prevedeva uno studio molto mnemonico del latino collegato al canto di salmi, inni, sequenze ed antifone. La riflessione si rivolge poi ai manoscritti liturgici conservati di Francescani, Domenicani e Servi di Maria del tempo di Dante a Firenze e alla considerazione della liturgia della cattedrale di Santa Reparata. Anche nella Firenze del tempo di Dante emergono, per il canto liturgico, la diffusa prassi della polifonia semplice e l’uso frequente di canti ritmico-proporzionali, come anche una massiccia presenza di confraternite di laudesi, che praticano anche inni, sequenze e mottetti.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.13132/1826-9001/22.2255
Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia | Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press
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