Palestrina mensuralista: ritmo e notazione nei primi quattro libri di messe

Francesco Saggio - Università di Pavia

Abstract


La notazione impiegata da Giovanni Pierluigi da Palestrina è l’aspetto meno studiato della sua produzione musicale. L’unica eccezione riguarda la Missa L’homme armé a cinque voci, a cui, per evidenti motivi, sono dedicati diversi saggi. La ragione di questo scarso interesse è probabilmente da ricercarsi nell’apparente immediatezza del tempus imperfectum diminutum, la mensura che regola la maggior parte delle sue composizioni. Ma nei primi quattro libri di messe vi sono molte situazioni degne di nota, che richiedono un esame approfondito per poter essere comprese. Vengono impiegati numerosi segni mensurali diversi, i cui significati sono tutt’altro che immediati e che nascondono risvolti espressivi e performativi di grande interesse. Il presente contributo analizza compiutamente la scrittura mensurale dei primi quattro libri di messe di Palestrina, con riferimenti anche al resto della produzione, incentrandosi sul significato e la funzione dei segni mensurali e sul loro rapporto con la concezione ritmica.

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DOI: http://dx.doi.org/10.13132/1826-9001/21.2175

Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press

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