Effettismo e verosimiglianza nell’opera italiana del secondo Ottocento
Abstract
Sulla scorta di diverse tipologie di fonti, il contributo mette a fuoco i molti mutamenti sopraggiunti nel teatro musicale italiano in epoca postunitaria, che investono aspetti diversi del sistema produttivo e ricettivo: dall’appartenenza sociale del pubblico alla strutturazione degli spazi deputati ad accoglierlo, dai soggetti d’opera alla morfologia dei libretti, dalla sintassi musicale fino alle modalità della messinscena e alla gestualità dei cantanti. A differenza delle opinioni espresse da Verdi circa la necessità di una drammaturgia musicale non timorosa delle censure dei critici ma allo stesso tempo neppure succuba degli orientamenti di gusto degli spettatori, gli operisti di secondo Ottocento (tra questi: Ponchielli, Gomes, Boito) tendono ad andare incontro alla ‘cultura mezzana’ del pubblico, propendendo per drammi a tinte forti, esasperazione di passioni, estremizzazione dei contrasti, ricerca di effetti, sfarzo di scenografie e costumi.
Full Text
PDFDOI: http://dx.doi.org/10.13132/1826-9001/19.2074
Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia | Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press
Privacy e cookies