Bernardo Pasquini as a Counterpoint Teacher. A Critical Introduction to I Saggi di Contrappunto (1695)
Abstract
Solo pochi anni separano i Saggi di Contrappunto (1695), le Sonate per uno o due cembali con il basso cifrato (1703-04) e i Versetti con il solo basso cifrato (1708). Ciò che colpisce nei Saggi di Contrappunto, se paragonati ad altri trattati del tempo, è la mancanza di spiegazioni teoriche.
Tutto il trattato si fonda sulla modalità, nonostante il nascente gusto per la tonalità. Questo nuovo corso era comune a Roma nei lavori di Arcangelo Corelli e in molte altre composizioni per tastiera dello stesso Pasquini, come si può constatare nel manoscritto autografo Landsberg 215, specialmente nelle arie, suite di danze e in qualche variazione. Pasquini, così come Giuseppe Ottavio Pitoni e più tardi Giovanni Battista Martini, conosceva bene e padroneggiava le nuove tecniche compositive, ma, allo stesso tempo, conosceva e apprezzava le possibilità espressive dello stile antico.
Tutto il trattato si fonda sulla modalità, nonostante il nascente gusto per la tonalità. Questo nuovo corso era comune a Roma nei lavori di Arcangelo Corelli e in molte altre composizioni per tastiera dello stesso Pasquini, come si può constatare nel manoscritto autografo Landsberg 215, specialmente nelle arie, suite di danze e in qualche variazione. Pasquini, così come Giuseppe Ottavio Pitoni e più tardi Giovanni Battista Martini, conosceva bene e padroneggiava le nuove tecniche compositive, ma, allo stesso tempo, conosceva e apprezzava le possibilità espressive dello stile antico.
DOI: http://dx.doi.org/10.6092/1826-9001.11.1454
Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia n. 552 del 14 luglio 2000 – ISSN elettronico 1826-9001 | Università degli Studi di Pavia | Dipartimento di Musicologia | Pavia University Press
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