Modificatori genetici del rischio aritmico nella morte cardiaca improvvisa: dalla sindrome del QT lungo alle patologie cardiache più comuni

Elisa Mastantuono - Clinica Cardiologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Cinzia Dossena - Clinica Cardiologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Roberto Insolia - Dipartimento di Medicina Molecolare, Sezione di Cardiologia, Università degli Studi di Pavia, Pavia, Federica Dagradi - Clinica Cardiologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Barbara Petracci - Clinica Cardiologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Roberto Rodorf - Clinica Cardiologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Simone Savastano - Clinica Cardiologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Alessandro Vicentini - Clinica Cardiologica, Università degli Studi di Pavia, Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia, Lia Crotti - Dipartimento di Medicina Molecolare, Sezione di Cardiologia, Università degli Studi di Pavia, Pavia, Peter J Schwartz - Dipartimento di Medicina Molecolare, Sezione di Cardiologia, Università degli Studi di Pavia, Pavia

Abstract


Gli studi sulla patogenesi della morte cardiaca improvvisa si sono concentrati sul rapporto tra background genetico individuale e suscettibilità aritmica. Questa relazione, inizialmente descritta nelle patologie cardiache ereditarie come la sindrome del QT lungo (LQTS), è stata poi estesa alla ricerca di fattori genetici modulanti il rischio aritmico (genetic modifiers) nella popolazione generale. La sindrome del QT lungo è una patologia aritmogena, che predispone a tachicardie ventricolari maligne e morte cardiaca improvvisa, il cui substrato patogenetico è costituito da mutazioni nei geni codificanti i canali ionici implicati nel potenziale d’azione cardiaco. Tuttavia, il quadro clinico dei pazienti LQTS spesso mostra una spiccata variabilità fenotipica, anche in portatori della stessa mutazione, suggerendo la presenza di altri fattori genetici modificanti il rischio aritmico. In questo senso, gli studi sulla sindrome del QT lungo possono rappresentare una risorsa fondamentale per l’identificazione di genetic modifiers in patologie cardiache più comuni: infatti, è stato dimostrato come un polimorfismo nella popolazione caucasica (K897T), localizzato in gene codificante un canale ionico cardiaco, possa modulare il rischio aritmico sia nella sindrome del QT lungo che nella fase subacuta dell’infarto. Allo stesso modo l’individuazione di un particolare substrato genetico in grado di modificare la lunghezza dell’intervallo QT nella popolazione generale può fornire utili indicazioni per la ricerca di nuovi target genetici nella sindrome del QT Lungo: l’esempio paradigmatico è rappresentato da alcune varianti genetiche comuni di NOS1AP. Tutti questi risultati suggeriscono la strada per future applicazioni cliniche dei genetic modifiers nella stratificazione del rischio aritmico individuale.


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DOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.125.1163



ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press
Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"

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