L'arteriopatia periferica in pazienti con diabete di tipo 2: prevalenza e fattori di rischio

Abstract

Scopo di questo lavoro è quello di valutare se l’aumento del fibrinogeno plasmatico, che studi di epidemiologia cardiovascolare indicano come predittivo per malattia ateromasica-trombo embolica, possa svolgere un ruolo anche nello sviluppo dell’arteriopatia periferica in pazienti con diabete tipo 2.
È stata valutata una coorte di 186 pazienti consecutivi ed è stata definita l’arteriopatia periferica con criteri clini-ci maggiori (claudicatio intermittens, dolore a riposo, ulcere trofiche) e minori (assenza o iposfigmia dei polsi periferici, cute secca e unghie distrofiche, perdita dei peli) e con criteri strumentali (velocimetria doppler, indice di Windsor). Per ogni paziente sono stati considerati:
• Glicemia e emoglobina glicata a digiuno
• BMI
• Età al momento dell’indagine
• Fibrinogeno plasmatico
• Durata del diabete
• Tipo di terapia
• Pressione arteriosa sistolica e diastolica (rispettivamente PAS e PAD)
• Microalbuminuria (valore nelle urine delle 24h)
L’arteriopatia periferia (AP) era presente nel 21.5% (n=40) di casi e la sua incidenza aumentava significativa-mente con valori di fibrinogeno >300 mg/dl. Rispetto poi agl’altri fattori considerati l’AP era statisticamente più significativa nei soggetti con maggior durata della malattia così come era più elevata nei pazienti insulino-trattati rispetto a quelli gestiti con terapia ipoglicemizzante orale o con la sola dieta.
In conclusione il nostro studio sottolinea l’importanza del fibrinogeno quale fattore di rischio indipen-dente dai parametri esaminati nello sviluppo dell’AP, complicanza a sua volta associata alla terapia insu-linica ed alla maggior durata della malattia.