Sindrome metabolica e rischio cardiovascolare in soggetti ipertesi: differenze tra maschi e femmine
Abstract
Nell’ambito di una popolazione di soggetti ipertesi di prima diagnosi, senza comorbidità, senza danni d’organo clinicamente manifesti, mai trattati in precedenza, abbiamo valutato le differenze fra i soggetti di sesso femminile e quelli di sesso maschile per quanto riguarda il livello di rischio cardiovascolare globale e la presenza di sindrome metabolica (SM) definita secondo i criteri ATP III, allo scopo di evidenziare quali sono i principali parametri di rischio che distinguono i due sessi. I 523 soggetti, 165 di sesso femminile e 358 di sesso maschile, sono stati sottoposti a: anamnesi, rilevazione dei principali indici antropometrici, misurazione della pressione arteriosa (PA) sia clinica che monitorata, dosaggio ematico dei principali parametri metabolici, dosaggio della microalbuminuria, calcolo dello score di rischio cardiovascolare utilizzando lo score di Framingham e quello della carta del rischio italiana. Sono state ottenute statistiche descrittive per tutte le variabili. Media e deviazione standard sono state usate per le variabili quantitative, mentre per le variabili qualitative sono stati utilizzati conteggi e percentuali. Le differenze di genere sono state analizzate utilizzando modelli uni- e multivariati di regressione logistica condizionale. La percentuale di soggetti affetti da SM è analoga nei 2 sessi (M 25%, F 24%), mentre diversa risulta la distribuzione dei parametri diagnostici per la SM tra i maschi e le femmine. Infatti più maschi presentano alti valori di trigliceridemia e glicemia, mentre più donne, in modo statisticamente significativo, presentano circonferenza addominale (CA) elevata. Analizzando la correlazione fra lo score di rischio ed alcuni dei parametri esaminati ma che non rientrano nel computo dello score, si evidenzia una differenza fra maschi e femmine per quanto riguarda trigliceridemia, CA e BMI: per queste variabili il coefficiente di correlazione con lo score di Framingham risulta statisticamente significativo nelle femmine ma non nei maschi (rispettivamente Tg r=0.524, BMI r=0.276, CA r=0.274 nelle femmine). Le donne, anche se aventi un livello di rischio CV globale inferiore rispetto agli uomini coetanei, sembrano più sensibili al rischio derivato dall’obesità viscerale e dalla ipertrigliceridemia. Nella donna ipertesa alcuni parametri che caratterizzano la SM quali l’obesità viscerale e la ipertrigliceridemia possono rivestire un ruolo particolarmente importante nel determinismo del rischio cardiovascolare e particolare attenzione richiedono quindi il controllo del peso corporeo ed il livello di attività fisica.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.125.1132
ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press – Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"
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