Superficie oculare e facoemulsificazione: studio randomizzato, controllato sull’utilità di sostituti lacrimali
Abstract
Scopo. Stabilire l’efficacia di 2 diversi colliri privi di benzalconio cloruro (Collirio A e B) in termini di cambiamenti della superficie oculare post intervento di cataratta e di riduzione dei segni e dei sintomi dell’occhio secco nei pazienti sottoposti a facoemulsificazione rispetto trattamento di cura standard.
Materiali e metodi. Si tratta di uno studio monocentrico, randomizzato, a tre metodiche parallele (SOC e i 2 metodi innovativi) effettuato su pazienti che sono stati sottoposti a intervento di facoemulsificazione. I pazienti selezionati sono stati randomizzati in tre gruppi che in seguito all’intervento di facoemulsificazione (T15) hanno iniziato il trattamento rispettivamente con il collirio A, B e con la cura standard. Nel corso di tre mesi di trattamento per monitorare e osservare l’insorgenza di un eventuale danno alla superficie oculare tutti i pazienti sono stati sottoposti a visite periodiche con esame alla lampada a fessura e colorazione corneale con fluoresceina. Al fine di valutare l’impatto di disturbi oculari in generale e in particolare della sindrome dell’occhio secco sulla qualità di vita nel corso delle visite periodiche ai pazienti sono stati somministrati due questionari: il 25-item National Eye Institute Visual Function Questionnaire e l’Ocular Surface Disease Index score Questionnaire.
Risultati. L’intervento ha permesso alla maggior parte dei pazienti sottoposti a facoemulsificazione di raggiungere una buona acuità visiva: la maggior parte dei pazienti è passata da un’acuità visiva pre-intervento di 3-4/10 ad un’acuità visiva post intervento di 9-10/10. In base alle risposte del questionario OSDI i sintomi delle affezioni oculari sono diminuiti e c’è stato un netto miglioramento dalla visita iniziale T0 a quella finale T3 grazie all’uso dei colliri. Il gruppo che ha usato il Collirio B è risultato più a rischio di cheratite puntata rispetto agli altri due gruppi in quanto la media degli ultrasuoni usati durante l’intervento di facoemulsificazione è risultata essere maggiore.
Conclusioni. La terapia standard che viene effettuata post-intervento con antibiotici e cortisonici si è rivelata efficace di per sé nel ripristino della funzionalità visiva e della sintomatologia legata alle alterazioni della superficie oculare, tuttavia nel trattamento delle alterazioni di superficie l’aggiunta di sostituti lacrimali ha dimostrato una più rapida e completa risoluzione dei sintomi.
Materiali e metodi. Si tratta di uno studio monocentrico, randomizzato, a tre metodiche parallele (SOC e i 2 metodi innovativi) effettuato su pazienti che sono stati sottoposti a intervento di facoemulsificazione. I pazienti selezionati sono stati randomizzati in tre gruppi che in seguito all’intervento di facoemulsificazione (T15) hanno iniziato il trattamento rispettivamente con il collirio A, B e con la cura standard. Nel corso di tre mesi di trattamento per monitorare e osservare l’insorgenza di un eventuale danno alla superficie oculare tutti i pazienti sono stati sottoposti a visite periodiche con esame alla lampada a fessura e colorazione corneale con fluoresceina. Al fine di valutare l’impatto di disturbi oculari in generale e in particolare della sindrome dell’occhio secco sulla qualità di vita nel corso delle visite periodiche ai pazienti sono stati somministrati due questionari: il 25-item National Eye Institute Visual Function Questionnaire e l’Ocular Surface Disease Index score Questionnaire.
Risultati. L’intervento ha permesso alla maggior parte dei pazienti sottoposti a facoemulsificazione di raggiungere una buona acuità visiva: la maggior parte dei pazienti è passata da un’acuità visiva pre-intervento di 3-4/10 ad un’acuità visiva post intervento di 9-10/10. In base alle risposte del questionario OSDI i sintomi delle affezioni oculari sono diminuiti e c’è stato un netto miglioramento dalla visita iniziale T0 a quella finale T3 grazie all’uso dei colliri. Il gruppo che ha usato il Collirio B è risultato più a rischio di cheratite puntata rispetto agli altri due gruppi in quanto la media degli ultrasuoni usati durante l’intervento di facoemulsificazione è risultata essere maggiore.
Conclusioni. La terapia standard che viene effettuata post-intervento con antibiotici e cortisonici si è rivelata efficace di per sé nel ripristino della funzionalità visiva e della sintomatologia legata alle alterazioni della superficie oculare, tuttavia nel trattamento delle alterazioni di superficie l’aggiunta di sostituti lacrimali ha dimostrato una più rapida e completa risoluzione dei sintomi.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.125.1115
ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press – Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"
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