La malattia glaucomatosa dal punto di vista del paziente
Abstract
Scopo: valutare l’impatto psicologico dell’annuncio della diagnosi di glaucoma e annotare il punto di vista dei pazienti riguardo le informazioni, il trattamento e le cure ricevute.
Materiali e metodi: 56 pazienti trattati per glaucoma primario ad angolo aperto o per ipertensione oculare hanno completato un questionario di 28 domande in seguito ad una visita regolare dal proprio oculista. Il questionario è stato progettato per analizzare le reazioni dei pazienti in seguito alla diagnosi, per registrare le informazioni ricevute, il trattamento prescritto, e per valutare la compliance alla terapia e alle visite. I pazienti sono stati studiati in base al sesso e all’età. I risultati sono presentati come frequenze e percentuali. Le differenze sono state valutate per mezzo dei test Chi-quadro e Fisher.
Risultati: oltre il 70% dei pazienti ha avuto un approccio emotivo negativo alla diagnosi: il 35.7% ha avuto paura di diventare cieco, il 26.7% ha provato ansia (i pazienti più giovani di più in confronto a quelli più anziani, p=0.048). Quasi la metà dei pazienti ha dichiarato di aver modificato il proprio atteggiamento riguardo la cura dei propri occhi (soprattutto i pazienti più giovani e le donne). Il 78% dei pazienti è risultato soddisfatto delle informazioni ricevute e delle cure prestate, nonostante la loro conoscenza della malattia fosse incompleta, solo il 21.4% sapeva infatti che l’ereditarietà e la pressione intraoculare elevata erano le cause del glaucoma. Circa l’84% ha richiesto maggiori chiarimenti riguardo la causa, l’evoluzione e la prevenzione della patologia. I pazienti più giovani (95%) e le donne (90%) hanno chiesto di più. I 4/5 dei pazienti usavano una terapia topica, e 2/3 (soprattutto giovani e donne) hanno riportato degli effetti avversi soprattutto prurito, bruciore e lacrimazione, nonostante ciò nessun paziente ha interrotto la terapia. L’ostacolo principale alla compliance è stato la dipendenza del paziente da qualcuno per instillare il collirio. Circa la metà dei pazienti si è rivelata d’accordo rispetto alla frequenza delle visite di follow-up e del campo visivo.
Conclusioni: l’annuncio della diagnosi di glaucoma è un momento fondamentale nel rapporto medico-paziente ed influenza negativamente la qualità di vita del paziente, è necessaria perciò un’informazione personalizzata del paziente. Nonostante l’età e il sesso influenzino le reazioni alla diagnosi e la soddisfazione riguardo le informazioni e le cure fornite, la maggior parte dei pazienti si sono detti soddisfatti degli oculisti curanti. I trattamenti prescritti sono generalmente risultati ben accettati e la compliance riferita è risultata elevata.
Materiali e metodi: 56 pazienti trattati per glaucoma primario ad angolo aperto o per ipertensione oculare hanno completato un questionario di 28 domande in seguito ad una visita regolare dal proprio oculista. Il questionario è stato progettato per analizzare le reazioni dei pazienti in seguito alla diagnosi, per registrare le informazioni ricevute, il trattamento prescritto, e per valutare la compliance alla terapia e alle visite. I pazienti sono stati studiati in base al sesso e all’età. I risultati sono presentati come frequenze e percentuali. Le differenze sono state valutate per mezzo dei test Chi-quadro e Fisher.
Risultati: oltre il 70% dei pazienti ha avuto un approccio emotivo negativo alla diagnosi: il 35.7% ha avuto paura di diventare cieco, il 26.7% ha provato ansia (i pazienti più giovani di più in confronto a quelli più anziani, p=0.048). Quasi la metà dei pazienti ha dichiarato di aver modificato il proprio atteggiamento riguardo la cura dei propri occhi (soprattutto i pazienti più giovani e le donne). Il 78% dei pazienti è risultato soddisfatto delle informazioni ricevute e delle cure prestate, nonostante la loro conoscenza della malattia fosse incompleta, solo il 21.4% sapeva infatti che l’ereditarietà e la pressione intraoculare elevata erano le cause del glaucoma. Circa l’84% ha richiesto maggiori chiarimenti riguardo la causa, l’evoluzione e la prevenzione della patologia. I pazienti più giovani (95%) e le donne (90%) hanno chiesto di più. I 4/5 dei pazienti usavano una terapia topica, e 2/3 (soprattutto giovani e donne) hanno riportato degli effetti avversi soprattutto prurito, bruciore e lacrimazione, nonostante ciò nessun paziente ha interrotto la terapia. L’ostacolo principale alla compliance è stato la dipendenza del paziente da qualcuno per instillare il collirio. Circa la metà dei pazienti si è rivelata d’accordo rispetto alla frequenza delle visite di follow-up e del campo visivo.
Conclusioni: l’annuncio della diagnosi di glaucoma è un momento fondamentale nel rapporto medico-paziente ed influenza negativamente la qualità di vita del paziente, è necessaria perciò un’informazione personalizzata del paziente. Nonostante l’età e il sesso influenzino le reazioni alla diagnosi e la soddisfazione riguardo le informazioni e le cure fornite, la maggior parte dei pazienti si sono detti soddisfatti degli oculisti curanti. I trattamenti prescritti sono generalmente risultati ben accettati e la compliance riferita è risultata elevata.
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PDFDOI: http://dx.doi.org/10.6092/2039-1404.125.1078
ISSN cartaceo: 0390-8283 - ISSN elettronico: 2039-1404 - Periodicità trimestrale - Pubblicato dal 1886 - Registrazione presso la Cancelleria del Tribunale di Pavia
Pavia University Press – Università degli Studi di Pavia - Facoltà di Medicina e Chirurgia - Policlinico "San Matteo"
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